la vergogna

Il titolo di questo post potrebbe essere:

COME SUPERARE IL TRAUMA che mi ha reso schiava tutta la vita dei capelli.

Quasi TUTTI hanno sperimentato sofferenza e  traumi da piccoli o adolescenti, spesso causati dalle relazioni con altri. Si può trattare di qualcuno che ci ha sminuito, o preso in giro davanti ad altre persone, ma si può trattare di violenza fisica, psicologica, abuso, tradimento,…

Non è possibile fare una classifica di gravità perché ognuno di noi reagisce alla sofferenza che in quel momento SENTE, chiudendo il suo cuore e creando profonde convinzioni che lo accompagnano per tutta la vita.

Per allontanare la sofferenza e cercare di dimenticare mettiamo in atto comportamenti che spesso possono nuocerci perché ci limitano e ci tengono bloccati. Oggi ho deciso di aprirmi. Lo faccio per VOI e per ME.

Nel mio cammino verso la luce ho visto tanti episodi che mi hanno segnato, le ferite aperte che sono riuscita a curare.

Una delle ferite forse all’apparenza più semplici che ancora è semiaperta è quella dell’odio verso i miei capelli ricci, causata da quanto le persone mi dicevano.

Fin da piccola, ricordo questo senso di VERGOGNA per i miei capelli, che era in realtà una vergogna generale per un senso di non meritare di essere al mondo, di essere inadeguata, di non valere niente. Ero sempre a testa bassa, triste, e nascondevo i miei capelli come potevo: foulard, cappelli.

Mia zia mi prendeva in giro, chiamava “CILLI” i miei capelli e rideva, e più rideva e più soffrivo e desideravo scappare, nascondermi.

A 9 anni mia mamma mi portò dalla parrucchiera a stirarmi i capelli. Da allora, un calvario di contropermanenti dall’allucinante odore di ammoniaca, ore di coda dalla parrucchiera di paese per il “giro testa” (chi di voi – donne – supera la cinquantina sa di che si tratta), fon e spazzola sempre a portata di mano… Sono quasi cinquant’anni che nascondo al mondo i miei ricci.

E anche adesso, tutti voi mi conoscete con i capelli lisci.

E’ falso.

Sono ricci. Sono ricci di un riccio estremo, come le donne africane.

Ma sono miei. Sono i miei capelli naturali, che ho sempre odiato.

Oggi ho preso una decisione.

Di condividere con voi questa ferita per lavarla, curarla, amarla e iniziare a guarirla.

Lo so mi direte: ma che ferita è avere capelli ricci? La ferita è la vergogna che sta dietro i capelli ricci. La ferita sono le conseguenze che il dovermi sempre stirare i capelli comporta, prima di tutte: NON BAGNARMI I CAPELLI AL MARE per evitare che si arriccino.

Oggi ho stirato solo la frangia (non esageriamo, ancora non sono pronta a mostrarmi riccia per intero) e mi tengo i ricci almeno fino a domani, mostrandoli al mondo.

Mostrando la mia foto voi lettori.

L’amore perdona tutto e allora inizio a perdonare mia zia, le mie cugine, i miei compagni di scuola, i miei figli cha ancora mi vogliono liscia.

E soprattutto perdonare me stessa.

Voglio essere libera e oggi l’idea di libertà è talmente allettante che ho scritto questo post in nome della mia libertà. VOGLIO POTER SCEGLIERE se stirarmi i capelli o lasciarli al naturale, voglio essere io a scegliere e non mi voglio mai più vergognare. Allora mi perdono.

Lo faccio con Ho’Oponopono: mi dispiace, perdonami grazie ti amo.

Mi dispiace per quella bambina piena di ricci che soffriva di senso di inferiorità

Mi dispiace per l’invidia provata verso chi amava i propri capelli e si permetteva di lavarli e lasciarli asciugare al sole in libertà.

Mi dispiace per il programma inconscio che mi faceva tenere conto delle opinioni altrui e ignorava le mie..

Perdonami piccola anima di Alessandra per aver creduto di non valere niente, per avere avuto così poca stima di me da dover sembrare qualcun altro per tutta la vita.

Perdonami anima luminosa di Alessandra per aver creduto che sembrare un’altra mi avrebbe salvato, in realtà è diventata una prigione.
Perdonami sé Divino di Alessandra per aver voluto nascondere la mia vera natura di persona poliedrica, curiosa, ribelle verso i condizionamenti (metafora del ricciolo ribelle) ed essermi trasformata in una persona adattata (“lisciata”) a come mi volevano gli altri.

MI PERDONO. La luce sta entrando nella ferita e io sto ritrovando la libertà. Dichiararlo a voi è la mia libertà. Da oggi DECIDO volta per volta se lasciarli ricci o lisciarli o lisciare solo la frangia come ho fatto ora. Da oggi posso fare il  bagno in mare o in piscina e lasciare i capelli così come sono, mostrandoli al mondo.

Voglio confessare un’altra cosa. Nel deserto del Marocco, nel viaggio/seminario di maggio, non mi sono sentita pronta a mostrare i miei capelli ricci tanto è vero che nell’hammam non ho voluto lavarmi i capelli nonostante fossero sporchi e pieni di sabbia. ECCO L’HO DETTO!

Offro a te, lettore, questa condivisione intima, perché tu inizi a vincere l’incapacità di AMARTI. Rifiutare una parte del proprio corpo, una parte di sé, è segno di poco amore, di PAURA. L’incapacità di vedere la luce interiore limita la libertà e la realizzazione.

Grazie Alessandra che oggi hai fatto questo salto di coscienza

Grazie Alessandra di condividerlo con altre anime per aiutarle a fare altrettanto

Grazie Sé Superiore di Alessandra perché stai perdonando il passato e ti stai prendendo cura di allontanare da lei il programma riccio=vergogna.

Grazie lettore perché leggi qui e puoi scoprire cosa limita ancora la tua libertà

Ti amo Dio che mi hai consentito di abitare questo pianeta, in questo tempo, in questa anima.

Ti amo Dio che con questo post spontaneo e illuminato mi stai ridonando la mia libertà

Vi amo zia, cugine, compagni di scuola, e tutti voi che avete considerato i miei capelli brutti e vergognosi. Lo avete fatto perché IO li consideravo così. Vi amo, davvero, con tutto il cuore.

E adesso vediamo quanto farà per me da ora in avanti aver lavato la mia ferita con queste parole che ho scritto per voi e per me. Nel prossimo viaggio nel deserto ( fra pochissimo ti do il programma) mi laverò i capelli perché sarò guarita dalla vergogna.

Sono felice di aver scritto questo post, mi sento già libera.

La VULNERABILITA’ E’mFORZA INTERIORE! Credo che il successo del mio libro e l’affetto che mi dimostrate voi lettori sia stato determinante per questo salto di coscienza di oggi. Senza il vostro appoggio e questo post liberatorio sarei rimasta schiava a vita!

Dove trovare il mio libro? Su questa pagina: LIBRO PORTAFORTUNA     

E tu? quale limite ti sei dato che vorresti togliere?

Fammelo sapere nei commenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

7 risposte

  1. Rosemary

    Qua’ riesco a commentare. Anche io ho avuto il tuo stesso problema. Anche io mi vergognavo dei miei capelli ricci, per 35 anni ho portato i capelli cortissimi e spesso li coprivo con i foulard. Adesso li porto lunghi e ogni tanto li lascio ricci solo nella parte posteriore. Quando mi dicono che ho capelli belli stento a crederci.

  2. Bu lia

    Ma non sapete che io ho sempre invidiato chi aveva i capelli mossi? Al contrario di Alessandra per anni ho fatto permanenti per avere i capelli mossi. Ora devo scegliere tra il colore e la permanente altrimenti si indeboliscono . Scelgo il colore con colpi di sole e sono soddisfatta lo stesso

  3. Katica

    Mamma mia!
    Io invece ho sempre invidiato le bambine, ragazze e donne che avevano i capelli ricci. Anche qualche giorno fà ho incontrato una ragazza con i capelli tipo donne di colore. Ho sempre pensato che voi donne con i ricci, soprattutto come questa ragazza, avete un energia invidiabile. Non riesco a togliere lo sguardo dai ricci. 😍

  4. Luisa

    ………………………Alessandra sei stata grande !!!!!! Però per me come Katica le donne con i ricci mi fanno impazzire!!! Siete stupende e nei vostri capelli ricci leggo un’energia particolare meravigliosa vi vedo vi sento frizzanti e piene di vita!!!!!

  5. chiara diamante

    no so se puo esserti di aiuto alessandra..ma io ho sempre adorato icapelli ricci!!

  6. Michela

    Io avevo il problema opposto da ragazze, li volevo ricci e non riuscivo a farli restare ricci, anche con la permanente ho fatto fatica. Poi mi sonoconcentrata su altre cose che mi erano più necessarie e un po’ alla volta la cosa è passata. anche se Di una cosa sono certa nel momento in cui le cose sono cambiate nella mia vita ho sentito l’esigenza di farlo vedere gli altri anche attraverso l’aspetto. Grazie perché condividi con noi tutto questo. Sei un grande esempio. Un abbraccio

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